UN MEDICO PITTORE

SERGIO LUPPICHINI

MODELLISMO
Navale statico Aerei statici
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l modellismo statico è forse il più praticato fra gli appassionati. Quello dinamico, oltre alle difficoltà tecniche, richiede una situazione fisica piuttosto giovanile per i continui spostamenti che devi fare per seguire la nave lungo il bordo della vasca o del fiume, o correre nel campo di atterraggio con il modellismo dinamico aereo e tanto più con quello dinamico automobilistico: in queste discipline i modellisti competono tra loro con gare sia a carattere locale, nazionale ed internazionale. Lo statico è da persone che lavorano nella loro stanza, sulla loro poltroncina ed al massimo devono spostarsi per portare modelli alle eventuali mostre, se uno ne ha voglia. Io non ho mai partecipato.
Per poter fare un discreto modellismo (sono pochi coloro che si possono chiamare bravi ed io non sono certamente uno di loro) necessita una certa preparazione teorica. Di normale ci si avventura nella costruzione di natanti antichi, dalla piroga alle navi fenici, le navi greche o romane, le prime navi di una certa stazza come le galere, fino a quelle del '400 e '500. Con la scoperta dell'America l'uomo ha sentito la necessità di costruire imbarcazioni sempre più grandi, per poter caricare e con maggior velatura per sfruttare qualsiasi alito di vento nell'affrontare lunghi viaggi marittimi che duravano mesi ed anni. Non è che a bordo vi fossero grandi comodità, tutt'altro, tranne che per il Capitano, che era il padrone assoluto ed aveva diritto di vita e morte sull'equipaggio. Un poco meglio stavano gli ufficiali ed il Nostromo.Era talmente dura la vita di bordo che non era raro che l'equipaggio si ammutinasse, specie quando si trovavano comandanti troppo esigenti e addirittura sadici.
Famosa la vicenda del Baunty che ha fatto scrivere molti libri ed ed è stata immortalata in famosi film.
Nella preparazione teorica è inclusa la conoscenza della struttura delle navi, il modo di costruirle, di rifinirle, del sistema degli armamenti, delle manovre molto complesse per le vele. Bisogna conoscere la tecnica di costruzione dell'alberatura, del modo di sistemare le cime per le manovre, i nodi marinari, come si bloccano le cime alle bitte od alle caviglie. Esiste tutta una terminologia caratteristica, sembra di essere in un altro mondo dove si parla una lingua diversa.
Se uno si avvicina al mondo del modellismo navale statico in legno, si senta coinvolto ed impara molte cose a lui sconosciute e non è difficile che si appassioni al mare ed alle navi che lo solcano. E' sicuramente una esperienza di vita che da teorica può divenire reale: ho amici che partendo dal semplice modellismo si sono appassionati, hanno cominciato ad andare in barca e dopo se la sono comperata. Avevo due ragazzi, fratelli, come pazienti: alle medie mi videro lavorare per caso in casa, si appassionarono anche loro, fecero del modellismo prima con navi in legno, ma successivamente, attratti dalla modernità si cimentarono in modelli statici in plastica, credetemi che è assai impegnativo, di navi moderne da guerra. Ne sfornarono di tutti i tipi e nazionalità: uno di questi è andato all'accademia navale di Livorno, è uscito guardiamarina, sò che ha fatto il corso di pilota per aerei da portaerei, è salito rapidamente di grado ed ora è a disposizione della NATO. L'altro ha fatto l'accademia per marina mercantile ed oggi comanda un cargo e gira per tutto il mondo. Cosa vuol dire la passione! A me non è capitato, mi sono dedicato al modellismo, in alternativa alla pittura, per poter rilassarmi dopo il lavoro stressante di medico condotto, quando la medicina in condotta significava fare il medico a tutto tondo, dalla diagnostica alla chirurgia al piccolo laboratorio d'analisi che mi ero attrezzato nel mio ambulatorio. Inoltre a Vecchiano c'era un ospedale con 120 posti letto ed era mio compito, assieme ad altri tre colleghi, di mandarlo avanti con la consulenza di insigni clinici che venivano dall'Ospedale S. Chiara di Pisa. Mi direte come facevo! Sacrificavo molte ore al sonno, ma mi era indispensabile per scaricarmi della tensione di un duro giorno di lavoro e preoccupazione. Ci riuscivo e la mattina dopo ero pronto ad un'altra battaglia contro la malattia e con lo spirito adatto per portare conforto e speranza a chi ne aveva bisogno.
Col passar del tempo era più difficile fare le ore piccole, tempo rubato al sonno, per dedicarmi sia alla pittura che al modellismo in legno: infatti occorre una certa attrezzatura, una preparazione del tavolo di lavoro, la messa in opera di strumenti vari ecc. Allora, da poco tempo, mi sono dedicato al modellismo aereo. Naturalmente statico, non avevo l'età per tornare a dedicarmi al dinamico. Erano altri tempi quando, da ragazzetti, costruivamo piccoli apparecchi in balsa, su disegno fatto da noi stessi, con eliche azionate da elastico ed eravamo capaci di far decollare quei modellini, ricoperti di carta imbevuta di vernice lucida. Alcune volte riuscivamo a farli volare per alcuni minuti, ma immancabilmente l'atterraggio si trasformava in una sonora picchiata e addio al modellino: se era riparabile lo facevamo, altrimenti si ricominciava da capo. Più impegnativo era la costruzione dell'aliante, lanciato in alto con un elastico; dovevamo essere in due per farlo volare, uno reggeva l'aliante e l'altro il tirante. Ci allontanavamo l'uno dall'altro e quando l'elastico era ben teso si mollava l'aereo che prendeva quota e se prendeva una corrente d'aria era capace di volare per molto tempo. Il pericolo era che si allontanava dalla zona di lancio e dovevamo fare delle corse per recuperarlo. Ricordo di avere perduto un grosso aliante, aveva un'apertura alare di circa due metri; prese una corrente ascensionale e sparì in alto rd in lontananza finche non lo vedemmo più e fu perduto.  Ora in ricordo dei vecchi tempi mi accontento di assemblare modelli in scala 1/72 di aerei veri. Sono partito dal dirigibile, ai primi biplani fino ai prototipi moderni. Vi presento una carrellata di modelli.
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